6 marzo
ORE 10:30
durata spettacolo: 120 minuti
Regia di Guglielmo Ferro
Storia di una capinera
di Giovanni Verga
con Enrico Guarneri e Nadia De Luca
dai 13 ai 18 anni
adattamento: Micaela Miano
con la partecipazione straordinaria di Emanuela Muni
altri interpreti: Rosario Marco Amato, Verdiana Barbagallo, Federica Breci, Alessandra Falci, Elisa Franco, Loredana Marino, Liborio Natali
Regista collaboratore: Giampaolo Romania
Scene: Salvo Manciagli
Musiche: Massimiliano Pace
Costumi: Sartoria Pipi
produzione: Progetto Teatrando
“Ecco perché l’ho intitolata Storia di una Capinera”, così Giovanni Verga introduce il suo romanzo epistolare, “una di quelle intime storie, che passano inosservate tutti i giorni, storia di un cuore tenero, timido, che aveva amato e pianto e pregato senza osare di far scorgere le sue lagrime o di far sentire la sua preghiera, che infine si era chiuso nel suo dolore ed era morto.”
Storia di una capinera è la passionale narrazione della novizia Maria che il riadattamento di Micaela Miano, per la messinscena di Guglielmo Ferro, ne ricodifica la struttura drammaturgica del romanzo per fare emergere il rigido impianto culturale e umano delle famiglie dell’epoca.
Perché se Maria è vittima, non lo è dell’amore peccaminoso per Nino che fa vacillare la sua vocazione, ma lo è del vero peccatore ‘verghiano’ che è il padre Giuseppe Vizzini.
Giuseppe che, rimasto vedovo, manda in convento a soli sette anni la primogenita, condannandola all’infelicità. Un uomo che per amore, paura e rispetto delle convenzioni causa a Maria la morte del corpo e dello spirito.
È sul drammatico rapporto padre figlia, sui loro dubbi e tormenti che si mette in scena la storia della Capinera.
La stanza del convento è il centro della scena, Maria non esce da quella prigione, e il padre Giuseppe ne è il carceriere. Entrambi dolorosamente vittime e carnefici.
Ogni evento che deflagra nella mente di Maria, ogni personaggio altro che scardina il viaggio del noviziato di Maria, sono gli elementi drammaturgici per sviscerare il dramma interiore di un padre che finisce per uccidere la figlia.
È il racconto di legami infelici, di dinamiche familiari per noi oggi impossibili da immaginare ma che Verga racconta con l’inesorabilità di una condanna.
Micaela Miano e Guglielmo Ferro, con Progetto teatrando, nel meraviglioso percorso teatrale attraverso i capolavori verghiani approdano all’atto finale, Storia di una Capinera, scegliendo la versione più violenta e disperata della scrittura di Giovanni Verga.
Non c’è rendenzione per Maria, non c’è redenzione per il padre Giuseppe, e nemmeno per noi. Perché la redenzione non appartiene alla Sicilia di Giovanni Verga.
Il classico “giovanile” di Giovanni Verga che ne segna la svolta artistica.
RAJEEV BADHAN, Direttore Teatro Chiabrera