9 - 10 - 11 gennaio
ORE 21:00
durata spettacolo: 100 minuti
Regia di Giorgio Sangati
Boston Marriage
prima regionale
di David Mamet
con Maria Paiato, Mariangela Granelli, Ludovica D’Auria
traduzione: Masolino D’Amico
scene: Alberto Nonnato
luci: Cesare Agoni
costumi: Gianluca Sbicca
musiche: Giovanni Frison
assistente alla regia: Michele Tonicello
produzione: Centro Teatrale Bresciano, Teatro Biondo di Palermo
in accordo con Arcadia&Ricono Ltd
per gentile concessione di A3 Artists Agency
foto: Laila Pozzo
Stati Uniti, fine Ottocento, un salotto, due dame e una cameriera. Tutto farebbe pensare a una trama convenzionale, un incontro tra amiche un po’ affettate, ma alla forma non corrisponde la sostanza: nella conversazione dal vocabolario ricercato fioccano volgarità e veniamo a sapere che le due sono state un tempo una coppia molto affiatata. L’espressione «Boston Marriage», infatti, era in uso nel New England a cavallo tra il XIX e il XX secolo per alludere a una convivenza tra donne economicamente indipendenti da uomini. Viene subito in mente il romanzo The Bostonians di Henry James (1886), nel quale l’autore affronta senza censure il tema dell’omosessualità e dipinge l’affresco di una società in bilico tra valori antiquati e spinte progressiste con particolare attenzione alla condizione femminile.
Dopo la separazione, Anna, la padrona di casa, ha trovato un uomo ricco che la mantiene e vorrebbe ora approfittare della protezione di lui per riprendere con sé Claire, appena arrivata in visita. Ma Claire non è lì per quello; è tornata per ben altri motivi e la riconquista si rivelerà molto più complicata del previsto, con colpi di scena rocamboleschi che coinvolgeranno anche la giovane cameriera, in un crescendo ritmico esilarante, quasi da farsa.
È un Mamet diverso dal solito, che si prende una vacanza dalla gravità e gioca per il gusto di giocare, strizza l’occhio agli esperimenti brillanti di Tennessee Williams, ma, soprattutto, all’Importanza di essere Franco di Oscar Wilde. Protagonista assoluto, infatti, insieme alle interpreti, è il linguaggio e, di contro, il non-detto, l’allusione, la stravaganza, il paradosso. Mamet si diverte a parodiare la prosa ampollosa dell’epoca, ma dietro l’apparente assurdità della superficie si nasconde l’intento ambizioso di rovesciare la realtà attraverso uno scherzo che mira a creare anche un po’ di raffinatissimo scandalo.
Qui sta il senso anche “politico” di un testo che divertiva e stupiva insieme il pubblico americano del 1999 così come oggi può fare con quello italiano.
Il continuo gioco di facciate diventa la chiave di questa messa in scena che cerca di amplificare la funzione di prestidigitazione dell’opera, che nasconde da un lato per rivelare dall’altro: un set di un film o di una serie dove la finzione sembra essere l’unico modo per dire la verità.
È una prova per grandissime attrici come Maria Paiato e Mariangela Granelli, vere e proprie funambole della parola e dell’emozione che giocheranno insieme a Ludovica d’Auria questa bizzarra partita all’ultimo sangue per smascherare ogni convenzione riguardo l’Amore.
Giorgio Sangati
Rimarrete incantati dalla bravura di Paiato, Granelli, e D’Auria in questa
scoppiettante opera del contemporaneo David Mamet Premio Pulitzer 1984 in prima regionale.
RAJEEV BADHAN, Direttore Teatro Chiabrera