12 - 13 - 14 novembre
ORE 21:00
durata spettacolo: 65 minuti
Compagnia Pippo Delbono
Il risveglio
Prima regionale
di Pippo Delbono
con Dolly Albertin, Margherita Clemente, Pippo Delbono, Ilaria Distante, Mario Intruglio, Nelson Lariccia, Gianni Parenti, Pepe Robledo, Grazia Spinella
e con: Giovanni Ricciardi (violoncello e arrangiamenti)
luci: Orlando Bolognesi
costumi: Elena Giampaoli
suono: Pietro Tirella
capo macchinista: Enrico Zucchelli
organizzazione: Davide Martini
assistente di produzione: Riccardo Porfido
personale tecnico in tournée: Corrado Mura (luci), Manuela Alabastro (suono), Carola Tesolin (costumi), Enrico Zucchelli (scena)
produzione: Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale (Italia)
coproduzione: Teatro Stabile di Bolzano (Italia), Teatro Metastasio di Prato (Italia), Théâtre de Liège (Belgio), Sibiu International Theatre Festival / Teatrul Național “Radu Stanca” Sibiu (Romania), Teatrul Național “Mihai Eminescu” Timisoara (Romania), Istituto Italiano di Cultura di Bucarest (Romania), TPE − Teatro Piemonte Europa / Festival delle Colline Torinesi (Italia), Théâtre Gymnase-Bernardines Marseille (Francia)
in collaborazione con: Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento (Italia), Le Manège Maubeuge − Scène Nationale (Francia)
foto: Luca Del Pia
La vita è morire e rinascere
Rinascere e morire
Abbiamo paura di uscire fuori
Da questo mucchio di sabbia e amore
È passato il tempo di soffrire
Ora è il tempo di rinascere
È il risveglio dopo la tempesta
Senza più paure
Sono stato a lungo nella penombra
Ma ti prego, luce che sei dentro di me
Fammi risalire
Come le aquile
Prima o poi mi risveglierò
Pippo Delbono
C’è un addormentamento all’origine de Il risveglio. Individuale e collettivo. Quello dell’uomo che alla fine di Amore – il precedente spettacolo di Pippo Delbono – andava a sdraiarsi sotto l’albero secco che d’improvviso si era coperto di fiori. E l’uomo restava lì, assopito in quel sonno che ci ha lasciati spaventati e silenziosi. Da cui ora sente la necessità di risvegliarsi, scontando la possibilità di trovarsi di fronte a una realtà ancora peggiore di quella di prima e di vedersi invecchiato. Prima della pandemia che ha chiuso tutti in casa. Prima delle guerre scoppiata alle porte di casa. Prima del ritorno di ideologie che pensavamo appartenessero al passato.
Il risveglio parte da un’esperienza personale per rovesciarsi in un sentimento di perdita che riguarda tanti. Che chiede di essere sanato, ma può esserlo soltanto a partire da un gesto di solitaria ribellione. Dal riconoscimento di una fragilità di cui lo spettacolo è lo specchio.
Per la prima volta non ci sono nello spettacolo i testi degli autori che Pippo Delbono ha amato, che ha incontrato nei viaggi verso la sua personale Itaca, che spesso ha rielaborato per farli ancora più suoi. Per dire il nuovo dolore che l’ha invaso e per invocare la rinascita ci sono le sue parole, i suoi racconti, la sua vita e le poesie che va scrivendo da qualche tempo. Queste parole gli consentono di dire una verità nuova, di raccontarsi nelle proprie debolezze, paure, speranze. E tuttavia non è più solo una questione personale.
Davanti alla volontà di riprendere a vivere, lo sguardo si allarga a ciò che lo circonda. “C’è qualcuno qui?”, sidomanda l’artista in uno spazio nudo che potrebbe ricordare un deserto. Pochi ed essenziali elementi scenici, che mutano drammaticamente lo spazio, non fanno da barriera allo sguardo ma anzi lo spingono al di là di ciò che si vede.
Tutto il teatro di Pippo Delbono nasce dalla musica e segue la partitura di un ritmo interiore. Il suo stile di composizione, ancora una volta, è musicale. Note che suonano lamenti di amore e tenerezza trascinano gli attori della Compagnia in una danza, un rito sacro, un funerale forse. Sulle note del virtuoso violoncellista Giovanni Ricciardi, in scena con il suo strumento, e su brani che provengono dalla memoria degli anni Settanta, Delbono si ripete: “Devi danzare nella guerra, nella tua guerra”.
Insieme alla sua Compagnia, nata da incontri con attori, danzatori, ma soprattutto con persone che provengono da luoghi diversi della vita, Delbono in questo spettacolo rende omaggio a Bobò, fedele compagno di scena scomparso nel 2019 con cui ha condiviso per più di vent’anni la sua vita sul palcoscenico e fuori dal teatro.
Il risveglio è uno spettacolo sulle tante cadute e i tanti risvegli, dedicato a tutti coloro che si sono addormentati e si sono poi risvegliati. E anche a chi non si è ancora risvegliato.
PIPPO DELBONO Autore, attore e regista, Pippo Delbono nasce a Varazze nel 1959. Negli anni ‘80 fonda la Compagnia Pippo
Delbono, dando vita a numerosi spettacoli che hanno segnato la storia del teatro contemporaneo. L’incontro con persone in situazioni di emarginazione e diversità determina una svolta nella sua ricerca. Nasce così Barboni – Premio Speciale UBU nel 1997 “per una ricerca condotta tra arte e vita”. Da oltre vent’anni gli spettacoli realizzati con la sua Compagnia in un flusso di ricerca continua fra teatro, poesia, musica, cinema e danza, sono presentati in prestigiosi teatri e festival di tutto il mondo, inclusi il Festival d’Avignon, la Biennale di Venezia, l’Holland Festival, l’Hong Kong Arts Festival, il Festival de Otoño, il Festival Grec di Barcellona, il Theater Spektakel di Zurigo, il Wiener Festwochen, il Festival TransAmeriques di Montréal, il Modern Drama Valley Festival di Shanghai e il Sibiu international Theatre Festival: Il tempo degli assassini, La rabbia, Guerra, Esodo, Gente di plastica, Urlo, Il silenzio, Racconti di giugno, Questo buio feroce, La menzogna, Dopo la bataglia, Orchidee, Vangelo, La Gioia e Amore. Nel 2003 Delbono realizza il film Guerra (Mostra del Cinema di Venezia e Miglior film documentario David di Donatello 2004); a seguire: Grido (2006), La paura (Festival di Locarno 2009), Amore carne (68° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia 2011), Blue Sofa (miglior film alla 32° edizione del Festival International du Court Métrage à Clermont-Ferrand), Sangue (66° Festival di Locarno), La Visite-Versailles (2016) e Vangelo (2017). Nella lirica ha firmato le regie: Studio per Obra Maestra (Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto 2007), Don Giovanni (Teatr Wielki di Poznan, Polonia 2014), Cavalleria rusticana e Madama Butterfly (Teatro San Carlo di Napoli 2012 e 2014), La Passione secondo Giovanni (Teatro Massimo di Palermo 2017) e I Pagliacci (Opera di Roma 2018). Realizza con grandi musicisti i concerti: Amore e carne con Alexander Balanescu, Il sangue sull’Edipo di Sofocle con Petra Magoni, Bestemmia d’amore con Enzo Avitabile e La notte con Piero Corso. Ha pubblicato Barboni – Il teatro di Pippo Delbono, Racconti di giugno, Corpi senza menzogna, Dopo la battaglia – scritti poetico-politici, Sangue. Dialogo tra un artista buddista e un ex terrorista tornato in libertà, L’uomo che cadde sulla terra, Le don de soi. Ha ottenuto il Premio Speciale Ubu per Barboni, il Premio della Critica per Guerra, i Premi Olimpici per Gente di plastica e Urlo, a Wroclaw, Polonia (2009), il Premio Europa per le nuove realtà teatrali e un Premio alla Carriera all’International Theatre Festival IKSV di Istanbul nel 2021.
COMPAGNIA PIPPO DELBONO A partire dalla sua fondazione, la Compagnia Pippo Delbono ha raccolto al proprio interno un nucleo variegato di artisti che si è avvicendato nel nutrire, arricchire e declinare il linguaggio del regista. Un gruppo di compagni di viaggio appartenenti a diverse generazioni, che ha portato in tutto il mondo gli spettacoli, svolgendo un ruolo centrale nella costruzione dell’immaginario dei lavori di Delbono. Dolly Albertin, Gianluca Ballarè, Margherita Clemente, Ilaria Distante, Mario Intruglio, Nelson Lariccia, Gianni Parenti, Pepe Robledo e Grazia Spinella – che portano con sé la memoria di Bobò, scomparso nel 2019 – compongono un coro di corpi e di colori, una voce muta che si leva a controcanto di un universo di simboli e significati, tutt’uno con la poetica di Pippo Delbono e in stretta relazione con le emozioni del pubblico.
GIOVANNI RICCIARDI Nominato nel 2020 Ambasciatore di Genova nel Mondo dal Sindaco Marco Bucci per meriti artistici, Giovanni Ricciardi è solista e didatta riconosciuto a livello internazionale ed è direttore artistico della New York Classical Music Society.
Vincitore di numerosi premi internazionali fra cui il “Rovere d’Oro” e il “Concorso Internazionale di Musica Città di Stresa”, prima assistente e poi professore onorario insieme a Michael Flaksman all’Università di Mannheim in Germania e membro della Commissione dell’Orchestra dei Giovani della Comunità Europea (Euyo) fondata da Claudio Abbado, è attivo in Italia e all’estero sia con prestigiose orchestre che come solista.
Artista Savonese tra i più invitati all’estero presenta al Teatro Chiabrera il suo nuovo lavoro
RAJEEV BADHAN, Direttore Teatro Chiabrera